Agosto 2014

EDITORIALE: RICERCARE…IN TEMPO DI CRISI

Un vento gelido di disimpegno, delusione, stanchezza, burn out si aggira negli studi dei medici di famiglia. Dibattiti in rete fanno affiorare in una platea ampliamente over 50 anni i danni a una medicina generale che arriva alle aggregazioni di gruppo solo sulla spinta di modifiche organizzative volute da una burocrazia sanitaria e da una politica i cui obiettivi sono sconosciuti ai più. Ci stiamo dimenticando che la scelta di praticare la medicina da solo o in team dipende spesso da circostanze temporali e dalla geografia, in quanto non abbiamo un background formativo comune e non abbiamo di fatto in gran parte della nazione investimenti in strutture pubbliche.

Le case della salute emiliane e toscane rappresentano infatti altro per la loro esperienza decennale ma al di la dei bilanci ufficiali (http://www.saluter.it/), voci autorevoli segnalano dall’interno criticità di non poco conto.

Non è facile quindi – nel sistema che ci stringe a tenaglia fra rigidità del SSN e vincoli contrattuali sindacali – fare ad esempio di una AFT il nucleo di un progetto professionale/assistenziale/culturale proiettato nel futuro. E comunque saremmo ancora ben lontani da quanto auspica Beppe Belleri su MIR che sogna la creazione di Comunità di Pratica (ne scrisse su QQ Sandro Girotto a proposito di formazione molti anni fa) quando si partisse da esperienze positive che anche in Lombardia si sono realizzate (http://osservatorioprescrizioni.wordpress.com).

Mario Baruchello (MMG)

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