QUALITÀ E RISCHIO CLINICO: A PROPOSITO DI CHIRURGIA MINORE DELLO STUDIO DI MEDICINA GENERALE IN ITALIA
Queste note nascono da uno dei tanti spunti di discussione con i colleghi di Netaudit che si chiedevano quale fosse la pratica di piccoli atti di chirurgia minore nella pratica quotidiana e se vi fosse un accordo su una minimum equipment list. Un rapido esame della letteratura italiana e anglosassone ha evidenziato come spesso gli atti che in Italia il singolo medico di famiglia svolge siano delegati all’estero al nursing che affianca i general practitioners, nelle group practice tanto che vi sono descrizioni dettagliate di procedure nei manuali per la qualità e la sicurezza per il personale ausiliario di UK, AU, NZ ,ma non specifiche per i medici. E bensì vero che esiste una amplia variabilità delle prestazioni chirurgiche erogate nelle cure primarie sia in Italia che in altri paesi. Ciò che si sottolinea è comunque una grande attenzione alla sicurezza soprattutto in merito alla diffusione di infezioni crociate.
Nel 1996 il NHS inglese autorizzava alcune pratiche chirurgiche nelle cure primarie e i documenti di consenso prevedevano anche la formazione attenta degli operatori al fini di ottenere una certificazione formale.
Mario Baruchello (MMG)